L’Universo è ricco di enormi quantità di materia che deriva dalla disgregazione di Asteroidi e Comete; ma anche dalla rimanenza della Nebulosa Primordiale, che diede origine al nostro Sistema Solare. Ogni giorno entrano nell’Atmosfera Terrestre oggetti celesti di varie dimensioni che vanno dai granuli di polvere cosmica, ai diversi corpi celesti che vagano nello Spazio; i quali, più delle volte, si vaporizzano per effetto di surriscaldamento, dando luogo a fenomeni luminosi ed acustici. Per fortuna, raramente impattano al suolo! Un variopinto bagliore nel cielo serale viene riconosciuto dal popolino come “una stella cadente”; e intorno alla metà di Agosto, le scie luminose delle meteoriti vengono individuate come “le lacrime di San Lorenzo”. Orbene, occorre precisare che la International Astronomical Union ha classificato tali corpi, in rapporto alla diversa massa ed alla composizione chimica, come Meteoroide riferito ad un corpo di origine asteroidale o cometario, più grande di una molecola, ma più piccolo di un Asteroide. Poi, quando il Meteoroide entra nell’Atmosfera Terrestre e si brucia diventa Meteora. Infine, se qualche frammento della Meteora è sopravvissuto al processo di ablazione nell’atmosfera e riesce ad impattare al suolo prende il nome di Meteorite. Abbandoniamo, quindi, l’errato appellativo di …stelle cadenti, in quanto per Stelle si intendono oggetti celesti simili al nostro Sole e, che, pertanto nulla hanno a che fare con corpi vaganti nello Spazio Interplanetario che entrano nell’Atmosfera del nostro Pianeta.
Ciò premesso, passiamo all’analisi di questi corpi celesti e dei danni che hanno provocato sulla Terra nel corso del tempo. Nella premessa ho accennato alle tre sorgenti genitrici, e cioè: gli Asteroidi e le Comete; per cui adesso passiamoli in rassegna. Dunque, gli Asteroidi sono planetoidi aventi masse di varie grandezze, distribuiti in tutto il Sistema Solare, ma anche al di fuori. Ben nota è la Fascia Asteroidale che orbita tra Marte e Giove, definita la Fascia Principale (Fig1) la quale, secondo una teoria cosmologica, rappresenta i resti del materiale planetario residuo dopo gli sconvolgimenti cosmologici prodotti dall’Intenso Bombardamento Tardivo avvenuto circa 4,6 miliardi di anni fa, ovvero quando si è formato il nostro Sistema Solare. Nella Fascia Asteroidale sono presenti oggetti celesti classificati P.H.A. (Potential Hazardus Asteroid), cioè potenzialmente pericolosi per la Terra, in quanto le loro orbite, a volte, intersecano l’orbita terrestre, transitando in posizioni molto ravvicinate al nostro pianeta. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’Asteroide catalogato 3122-Florence (Fig.2) con un diametro di 4,3 Km, transitato vicinissimo alla Terra alle 14,06 del 1° settembre 2017, alla distanza di circa 7 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Altri gruppi di asteroidi sono stati individuati oltre il Pianeta Nettuno, denominati appunto Oggetti Transnettuniani. Anche questi planetesimi che orbitano ai confini del nostro Sistema Solare, riescono ad avvicinarsi alla Terra, catturati dall’enorme campo magnetico solare. Altro genere di Meteoroidi sono le Comete. A tal riguardo, occorre dire che le Comete sono palle di neve sporca; ovvero: un conglomerato di roccia, ghiaccio, ammoniaca, metano e diossido di carbonio, impastato da granuli di polvere protostellare, formata da silicio e materiale carbonaceo, dove il ghiaccio fa da collante. Il loro “parcheggio” si trova ai confini del Sistema Solare, nella Nube di Oort, la quale è formata da materiale roccioso ricoperto da enormi quantità di ghiaccio; e poiché il campo magnetico del Sole raggiunge quelle latitudini, sovente accade che un pezzo di quel materiale ghiacciato viene attratto e inizia a viaggiare verso il disco solare. All’inizio appare come un puntino luminoso che viaggia nello Spazio; però man mano che si avvicina al Sole, il ghiaccio sublima per effetto di surriscaldamento, liberando anche la polvere protostellare. Si forma così la chioma a forma di coda di rondine; dove la parte più lunga è formata da vapore acqueo e quella più corta è formata da polvere stellare; così come la figura simile alla cometa che adorna l’albero di Natale. Ma, non è tutto! Avvicinandosi sempre di più al Sole, il Nucleo Cometario, formato di materiale roccioso, libera anche enormi pezzi di roccia tenuti insieme dal ghiaccio, lasciando questa “spazzatura celeste” su tutta la sua orbita ellittica intorno al Sole. Poi succede che, quando la Terra, nel corso del suo Movimento di Rivoluzione intorno al Sole, attraversa le varie Costellazioni dello Zodiaco ed incontra i residui della chioma cometaria, questi bruciano nell’Atmosfera Terrestre, dando luogo al fenomeno degli Sciami Meteorici, i quali, a loro volta, prendono il nome della Costellazione dove, in quel periodo dell’anno, transita la Terra. Ad esempio, se pensiamo alle mitiche “Lacrime di San Lorenzo” del 10 Agosto, astronomicamente è più corretto dire “Lo Sciame Meteorico delle Perseidi”, perchè, in quel periodo, la Terra si trova a transitare nella Costellazione di Perseo, e, quindi, lo sciame, cioè il Radiante, ha origine proprio dalla Costellazione di Perseo. Sappiamo che la Terra impiega 365 giorni, cioè un anno solare, per completare la sua orbita intorno al Sole (Movimento di Rivoluzione) è facile dedurre che, transitando in altre Costellazioni, incontrerà altri sciami meteorici; ad esempio: le Leonidi nella Costellazione del Leone; le Piscidi nella Costellazione dei Pesci; le Cancridi nella Costellazione del Cancro; le Geminidi nella Costellazione dei Gemelli; e via di seguito. Di questo calendario meteorico sono a conoscenza anche i Radioamatori che effettuano collegamenti via Meteorscatter; i quali, puntando le antenne direzionali con una buona elevazione, riescono ad effettuare collegamenti a lunga distanza in VHF, sfruttando il condotto ionizzato dove è avvenuta l’evaporazione della Meteora in atmosfera. Infatti, a seguito dell’ingresso in Atmosfera, e dopo aver raggiunta la Mesosfera, a causa del forte attrito con l’Ozono, la massa meteorica si arroventa e brucia (Processo di Ablazione) liberando i gas dei minerali che la compongono che si ionizzano, rendendo possibile la riflessione dei segnali radio a lunga distanza. Tuttavia, senza voler appesantire l’articolo con nozioni di Fisica, ritengo importante riportare soltanto come è suddivisa l’Atmosfera Terrestre. Dunque, dalle misure effettuate dai satelliti artificiali si è constatato che l’Atmosfera che circonda il nostro pianeta è suddivisa in varie zone. Per cui, partendo dalla superficie terrestre e fino a circa 12 Km. si trova la Troposfera che ha una media di 8/9 Km ai poli terrestri e 14/15 Km all’equatore. E’ qui che si manifestano i fenomeni meteorologici: nubi, pioggia, neve; è a queste quote che volano gli aerei di linea. Al di sopra della Troposfera, tra i 12 e i 50 Km di quota, si trova la Stratosfera, dove staziona la maggior parte dell’Ozono, elemento indispensabile per bloccare le radiazioni U.V. provenienti dal Sole. Ed è in questo strato che l’Ozono brucia completamente meteoriti di piccola massa. Ad una quota di 85 Km dalla Stratosfera si trova la Mesosfera, strato in cui le Meteoriti incontrano la parte superiore dell’Ozono e cominciano ad arroventarsi per il forte attrito. Ed in questo strato che avviene il Meteorscatter, cioè la riflessione delle onde radio a lunga distanza. Al di sopra della Mesosfera si trova l’ultimo strato: la Termosfera, dove la temperatura raggiunge i 1200° Kelvin; e dove le molecole sono altamente ionizzate dalla radiazione solare, dando luogo ad un gran numero di elettroni e ioni, generando il processo di ionizzazione, ovvero lo strato Ionosferico. Meteore più brillanti che sfrecciano nel cielo serale sono dette Bolidi; e se raggiungono una massa oltre una tonnellata, sono detti Superbolidi. I Bolidi ed i Superbolidi impiegano più tempo a bruciare nella Mesosfera e, più delle volte, esplodono a pochi chilometri dal suolo, emettendo un suono elettrofonico prolungato ed un enorme boato simile ad un tuono. Tuttavia, quando l’esplosione di questi corpi celesti avviene negli strati bassi dell’Atmosfera, genera un’onda d’urto che crea seri danni a persone e cose, così come avvenuto il 15 Febbraio 2013 sulla città di Chelyabinsk – Russia, dove un Superbolide di circa diecimila tonnellata è esploso in atmosfera provocando oltre 1500 persone ferite e seri danni alle strutture (Fig.3).
Un evento di questo genere già avvenuto anche il 30 Giugno 1908, quando nella zona del Tunguska – Altopiano Siberiano, poco dopo le 7 del mattino, un enorme Superbolide esplose a circa 8 Km dal suolo. Il boato dell’esplosione fu udito oltre i 1600 Km di distanza, seguito da un’onda d’urto registrata dai sismografi di Irkutsk, Tashkent, Tblisi e Jena, pari ad un terremoto di magnitudo 5,2 della scala Richter e con una energia pari a 12,5 Megatoni di potenza. L’onda termica procurò circa 2150 Km quadrati di devastazione della foresta siberiana, carbonizzando gli alberi di betulle della taiga ed abbattendo alti fusti secolari; alcuni abitanti dei kolchoz circostanti morirono o rimasero gravemente ustionati e nei giorni successivi furono notati bagliori notturni diffusi nell’Atmosfera dovuti al surriscaldamento degli strati atmosferici. Ma la cicatrice più grande presente sul nostro pianeta è rappresentata dal cratere di Chicxulub, nella penisola dello Yucatan, Golfo del Messico (Fig.4) in quanto si ritiene si sia formato a seguito dell’impatto al suolo di un Asteroide con una massa di 10 Km, avvenuto 65 milioni di anni fa e che decretò la scomparsa dei dinosauri. Il cratere fu scoperto per caso da una compagnia petrolifera a causa delle anomalie del campo gravitazionale della zona e sopratutto dalla presenza di una enorme quantità di Iridio, un minerale che soltanto un visitatore venuto dallo Spazio poteva portare. Va aggiunto che le conseguenze dell’impatto sconvolsero il clima su tutto il pianeta a causa delle polveri sollevate nell’Atmosfera Terrestre dopo l’impatto al suolo, interrompendo la radiazione solare sulla Terra per alcuni anni e, quindi, anche il processo della Fotosintesi, causando la probabile scomparsa dei dinosauri. A completare l’opera distruttiva contribuirono un numero elevato di Tsunami che distrussero tutto nel raggio di migliaia di chilometri. Tracce di questo evento si trovano anche in Italia, nel sito della Gola del Bottaccione, nei pressi di Gubbio, dove in località Bottaccio, è possibile osservare uno strato argilloso rosso noto come K/T (Cretacio/Terziario) [Fig.5] nel quale all’interno della formazione della Scaglia Rossa affiora uno strato argilloso rosso ricco di iridio. Va detto che l’iridio è un metallo molto raro nella crosta terrestre, mentre nella Gola del Bottaccione la sua concentrazione è molto abbondante e la sua datazione risale a 65 milioni di anni fa, in concomitanza dell’evento di Chicxulub. Nel 1980 un gruppo di ricercatori guidati da Walter Alvarez ipotizzò una provenienza extra-terrestre a conferma dell’impatto di un asteroide che si schiantò sulla Terra 65 milioni di anni fa. Ipotesi scaturita dalla scomparsa di numerosi organismi, quali i foraminiferi e le ammoniti, diffusissimi nella Scaglia Bianca e completamente assenti nella Scaglia Rossa. Alvarez giunse a questa conclusione perché l’iridio è molto abbondante nelle meteoriti rocciose, e, quindi, soltanto un “visitatore” venuto dallo Spazio poteva portare con se tanto iridio! A tal proposito per stimare i livelli di pericolosità di un eventuale impatto al suolo di corpi celesti, nel corso di una conferenza internazionale svoltasi a Torino nel Giugno 1999, i partecipanti approvarono un metodo di valutazione al quale diedero il nome di “Scala Torino” (una specie di Scala Mercalli).
Poi nel 2005 venne diffusa una versione per permettere di comunicare meglio al grande pubblico il grado di rischio (Fig.6). Le collisioni cosmiche hanno plasmato i pianeti del nostro Sistema Solare, hanno scolpito la Terra e la Luna; gli impatti continuano ad avvenire nell’immenso Spazio che ci circonda. Anche il nostro pianeta porta con se le cicatrici provocate da enormi asteroidi caduti sulla Terra. Tuttavia senza questa serie di impatti, la vita sulla Terra sarebbe molto diversa, in quanto i dinosauri dominerebbero ancora il nostro pianeta e, molto probabilmente, l’uomo non farebbe neppure parte del disegno della Natura.